Giù le mani da Cappuccetto Rosso!

La favola di Cappuccetto Rosso è antica quanto il Mondo… Tutti noi la conosciamo e anche se ciascuno la racconta a modo suo, la trama è nota a grandi e piccini. Più o meno si narra da sempre che la Nonna è ammalata, la Mamma manda Cappuccetto a trovarla con un cestino di provviste, Cappuccetto incontra il Lupo nel bosco, il Lupo arriva per primo dalla Nonna e se la mangia, poi mangia anche Cappuccetto, ma interviene un Bravo Cacciatore e salva tutti quanti.
Libri, canzoni, canzoncine e filastrocche recitano così… e i bambini di tutto il Mondo sanno che quando Cappuccetto Rosso guarderà il Lupo travestito da Nonna dicendogli: “Che bocca grande che hai…”, il Lupo se la mangerà!

ORA. Figuriamoci un po’ se a MIA Nonna, scaramantica, superstiziosa, caparbia e orgogliosa com’è, poteva andare bene l’idea di essere fagocitata dal Lupo Cattivo, oltretutto insieme all’adorata nipotina. Non pensiamoci nemmeno. E sebbene, come si diceva, ogni bambino conosca la fiaba di Cappuccetto Rosso.  Io e mia sorella, quando in estate andavamo a Rimini dalla Nonna, sapevamo che la vera storia della Bambina con la Mantella Rossa era diversa. Ed era un patto tacito e segreto che facevamo con la Nonna, senza dirlo, senza ribattere che non era così (avete mai provato a cambiare un pezzo di una fiaba ad un bambino? vi correggerebbe immediatamente), senza dire che non era vero o che si stava sbagliando… PERCHÈ quella era una MAGIA tutta sua.
E nelle calde sere d’estate, quando srotolavamo le lenzuola del nostro lettone- che sapevano di casa di Nonna, le chiedevamo “La Favola”… Lei comiciava così:

“C’era una volta Cappuccetto Rosso, che si chiamava così perché aveva un mantellino tutto rosso, che le aveva cucito la Nonna (già…e chi altro?)…”
Comunque fin qui ci siamo.

Poi si faceva prendere subito la mano dall’azdora romagnola che è in lei…
Perché mica le bastava dire che la Mamma consegnava un cestino a Cappuccetto da portare alla Nonna (ovviamente sana come un pesce, neanche un raffreddore, stava benissimo, si andava giusto per andare, per farle un saluto, sia chiaro! Non era di certo malata!)…
Il CESTINO, dicevamo. IL CESTINO con la merenda. PUNTO. Con la torta, se vogliamo vedere le versioni più dettagliate della favola.
Ma vorrai mica che la Nonna muoia di fame?
Iniziava allora un’infinita parentesi sul contenuto (ipocalorico direi) del famigerato CESTINO.
E così, alla domanda “Cosa c’era nel cestino Bambine?” io e mia sorella, con la Nonna che incalzava, incominciavamo un interminabile elenco di tutti i più buoni mangiari della Romagna, che variava ogni sera, anche a seconda dei gusti e delle voglie… Perciò il cestino si trasformava più che altro in una borsa di Mary Poppins (borsa frigo a questo punto) che in sostanza conteneva piadine (a volte con specifica crudo e stracchino, a volte con mortadella), tagliatelle (spesso al ragù), spaghetti alle vongole, cassoni alle erbe, arrosto (che quello di mia Nonna non ha eguali), patatine fritte, scaloppine (al limone), barattoli di marmellata, crostata (perché no? con tutta quella marmellata), ciambella, frittatine, pomodori al gratin, due/ tre bottiglie di Sangiovese (un po’ alcolizzata questa Nonna!) e chi più ne ha più ne metta, e intanto eravamo già mezze addormentate.

Partita con ‘sto cestino (non si sa come potesse anche solo sollevarlo) la sfortunata Cappuccetto incontra subito il Lupo, che come da copione le chiede
“DOVE VAI BELLA BAMBINA?”
“DALLA NONNA”
Ciao & Arrivederci.
E si nasconde dietro un cespuglio per seguire di soppiatto la povera bambina.
E qui, mia Nonna al Lupo gli aveva già mezzo stroncato la carriera. Sì perché, in teoria, lui doveva correre e arrivare per primo. E invece no, povero sfigato, si nasconde. Perdente sul nascere, secondo per sempre. (ah, non ci sono più i Lupi di una volta!)
Insomma Cappuccetto se ne accorge di essere seguita (la Nonna ha solo nipoti furbe e intelligenti!) e nonostante abbia un cestino di due quintali e mezzo da portare, corre e arriva per prima dall’amata Nonnina e le racconta che il Lupo le vuole mangiare (cosa doppiamente assurda perché, che un Lupo affamato si nasconda e arrivi secondo non s’era mai sentito).
Comunque mia Nonna non ci pensa nemmeno per sogno a essere trangugiata dal Lupaccio, e dato che la storia è LA SUA, fa entrare in casa la nipotina e prepara il suo piano diabolico. Vanno al piano di sopra (casa a due piani, evidentemente), e…
Attenzione Attenzione!
Riempie un pentolone con acqua bollente e quando il Lupo, affamato, suona il campanello (ma non bussava alla porta?!) la Nonna si affaccia alla finestra del secondo piano e gli urla: “Apri la bocca” (c’è anche un certo parallelismo con la versione originale, non credete? Solo che è tutto a vantaggio della Vecchia),  “Apri la bocca, che ti butto giù le caramelle!” (Caramella, tipica trappola nonnesca per accalappiare nipoti e, a questo punto, Lupi).
Ci rendiamo conto? Una serial killer ‘sta nonna di Cappuccetto.
Il povero rimbambito cosa fa? Le crede e apre le fauci convinto di ricevere caramelle (in fondo è una Nonnina, deve aver pensato) e quella, senza pensarci due volte, gli versa il pentolone di acqua bollente e gli ustiona per sempre la bocca, stroncandogli, questa volta DEFINITIVAMENTE, la carriera.
Così, senza pensarci due volte.
Ciaone.
E niente, lui si trascina fino al fiume per rinfrescarsi la bocca, e fine della storia.
Nonna e Nipote vive e vegete, del Cacciatore manco l’ombra (si vede che a mia Nonna non andava a genio come personaggio, l’ha proprio eliminato) e vissero tutti felici e contenti.

MORALE: GIÙ LE ZAMPE DALLA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO.

Un mito, mia Nonna. E questa favola ne è la prova.

Ora, quest’estate non è stata troppo bene, ma quando sono andata a trovarla con le mie bambine le ho chiesto,dopo tanti anni, di raccontarci ancora una volta la favola di Cappuccetto Rosso…
Un Agosto come tanti altri, caldo come
sempre, Sveva ed Emma srotolano le lenzuola del lettone – che sanno di casa di Nonna, mi si riempie il naso di quel profumo e il cuore di ricordi… Poi la Nonna, con voce più stanca ma ancora piena d’amore, si corica vicino alle mie bambine e comincia così:
“C’era una volta Cappuccetto Rosso…”
E allora è stata subito MAGIA.

CHIARA
Cappuccetto
Post dedicato alla mia grande Nonna Irene
e alla piccola Sophia, la terza bis-nipote nata un mese fa, in attesa che anche lei ascolti questa fantastica storia. Ben arrivata Sophia!

 

1 Comment
  • Monica
    Settembre 6, 2016

    È veramente una storia bellissima. Io ci studierei una sceneggiatura per un film

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